Ad ingrossare i sacchi del pattume nelle grandi pulizie di Primavera dei cacciatori di rifiuti ci pensano le mascherine. Il più usa e getta dei beni nati con il coronavirus viene abbandonato in ogni angolo della città. È il prodotto di quella stanchezza snervante con cui il Covid -19 riesce a colpire quando fallisce nel contagio. Quando sventola sulle reti divisorie è un brutto stendardo. Sono state raccolte insieme a plastica, mozziconi di sigarette, cartine, bottigliette e altro materiale più ingombrante abbandonati per terra, dai soliti volontari ecologisti che si affannano ogni weekend, aderenti a Plasticfree, Cittadinanza attiva, Borgo Venezia più pulita o Wwf, e che non disdegnano nemmeno le uscite nei giorni feriali; in zona rossa ligi alle limitazioni si sono mossi nei pressi di casa in solitaria.
Ogni racconto è una tessera di puzzle che compone il quadro finale. C’è chi ha raccolto alla Palazzina, chi a Marchesino dove a bordo dei campi o nelle canalette vengono abbandonati lattine e bottiglie di plastica, chi a Cadidavid ripulendo la piazza da mozziconi di sigarette gettati a terra, o dai sacchetti dei detriti animali lasciati sui muretti della scuola.
«Forte Azzano è uno scempio», avverte Greta, sottolineando che la zona si trova in un contesto storico da valorizzare. Hanno affinato il fiuto questi cacciatori green, e alla Grezzanella scovano i rifiuti nascosti dall’erba. Silvia è andata al Pestrino, Giovanni al Forte San Mattia, tutti rientrano con sacchi di rifiuti. Li lasciano negli angoli indicati da Amia che passa a ritirare. Non mancano le belle notizie. «Una signora voleva lasciare una piccola mancia come contributo». «Sulla ciclabile vicino a Boscomantico una coppia nel ringraziare di quello che facciamo ha promesso che si unirà». Le adesioni aumentano, ma il lavoro per cambiare le brutte abitudini è ancora lungo.
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Anna Perlini (L’Arena)